L’articolo 2 del trattato dell’Unione definisce l’uguaglianza tra uomo e donna come uno dei diritti principale su cui si fonda l’Unione. Il progresso dell’Unione e la crescita sostenibile passa dal riconoscimento dei diritti delle donne: porre fine ad ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro, creando delle condizioni di occupazione in cui ci sia una equa suddivisione dei compiti tra uomo e donna, eliminare ogni forma di lavoro part-time che non sia volontario.
Bisogna migliorare la qualità di vita delle donne, per renderle più indipendenti economicamente. La strada è lunga c’è molto da fare. E’ opportuno, ad esempio, equiparare le retribuzioni; ancora oggi nell'Unione europea le donne guadagnano, per ogni ora di lavoro, mediamente il 18% in meno rispetto agli uomini. Le donne sono più a rischio povertà poiché hanno a disposizione meno risorse economiche, anche perchè trovano molte difficoltà nell’apertura di credito, per questo sono dei soggetti più deboli e più poveri.
Riguardo la vita pubblica si può osservare che quasi tutte le posizioni di potere sono in mano agli uomini, dunque è necessario aumentare il numero delle donne che ricoprono posizioni di responsabilità.
L’impegno del decisore pubblico dovrebbe essere quello di, riconoscere attraverso le politiche economiche e sociali le pari opportunità tra uomo e donna. Le donne attraverso le loro conoscenze e capacità sono in grado di dare il loro sostegno nella vita pubblica. In tal senso si intravede, qualche risultato, ma è necessario continuare in modo più incisivo per realizzare uno sviluppo economico sociale sostenibile.
Maria Pompò
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